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Storie in tazzina

Covim,
il caffè del buon inizio!

Ogni caffè ha una storia da raccontare: l’inizio di un nuovo giorno, di una nuova amicizia, di un nuovo progetto, di una nuova conquista. Tutte le cose belle cominciano con un caffè.

Il concorso si è chiuso il 31 luglio, a breve comunicheremo i vincitori.
Grazie a tutti i partecipanti.

I premi

Con “Storie in tazzina” Covim premia i tuoi nuovi inizi regalandotene tanti altri! Dal 25 giugno al 3 agosto registrati al concorso e partecipa raccontando la tua storia iniziata con un caffè Covim. Per i tre vincitori in palio 1 macchina da caffè e una fornitura di Cialde COVIM Pressò per un anno di buoni inizi!

Super premio finale

Inoltre se il tuo racconto conquisterà i cuori della giuria diventerai Ambassador di Covim e trasformeremo la tua storia in un video dove il protagonista sarai tu!

Le vostre storie in tazzina,
perche’ le cose belle iniziano con un caffe’.

Non so perché ma una tazzina di caffè ha il potere di cambiare la mia vita… Mi ricordo il primo viaggio in Italia. Napoli e partenza per Pompei. Arrivati e…

Non so perché ma una tazzina di caffè ha il potere di cambiare la mia vita… Mi ricordo il primo viaggio in Italia. Napoli e partenza per Pompei. Arrivati e a noi turisti danno giusto 10 minuti per prendere un caffè. Sole, caldo, bellezza che mi circonda e Il mio primo caffè italiano con gusto indimenticabile. E nasce il sogno di vivere in questo paese… Ed eccomi qua in Toscana con mio lui e famiglia numerosa 🙂 Di nuovo cambio casa e città, entro nel bar del posto a prendere un caffè, vedo il volantino covim ed eccomi a raccontare la mia storia. E chissà come cambierà la mia vita di nuovo. Dopo una tazzina di caffè. Con suo potere magico!

L’aroma di caffè nero satura la stanza e sorseggio lentamente la bevanda bollente mentre preparo il materiale di lavoro. Accarezzo il contenitore di pelle scamosciata e con cautela lo apro….

L’aroma di caffè nero satura la stanza e sorseggio lentamente la bevanda bollente mentre preparo il materiale di lavoro.
Accarezzo il contenitore di pelle scamosciata e con cautela lo apro. Ci sono diverse matite, dei pennelli e tutti gli strumenti che servono per dipingere.
Fisso la tela e comincio.
L’odore di grafite si impregna persino sui polpastrelli delle dita, traccio le linee con precisione, socchiudo un attimo gli occhi, respiro quell’emozione. Sì, sono ispirata e posso proseguire. Cambio matita, serve un tratto più morbido e rotondo, ogni mina ha il suo odore, ormai le riconoscerei a occhi chiusi. Ho finito il bozzetto e mi appresto a colorare.
Svito i tubetti di alluminio e verso un po’ di tempera nella ciotolina di ceramica. Le setole del pennello sono morbide, le passo nell’acqua e intingo la punta nel giallo.
I tratti corrono veloci e quel colore mi fa ricordare la torta di mele che faceva la mamma quando ero piccola; mi sembra di riuscire a percepire l’aroma della pasta frolla appena cotta e delle renette che si sciolgono in bocca. La sensazione è tangibile e passo la lingua sul palato impastato come a ricercare quei ricordi.
Il pennello adesso è asciutto. Lo inumidisco di nuovo e intingo la punta nel verde.

Traccio le linee e mi rivedo piccola con i miei genitori, mentre andiamo in spiaggia: da un lato c’è il mare e dall’altro ci sono lunghe siepi di pitosforo, piccole perle bianche racchiuse in uno scrigno di foglie verde intenso. Sento il profumo della salsedine che si attacca ai vestiti, il rumore delle onde che si infrangono sulla riva e il calore del sole sulla pelle. Mi lascio trasportare a lungo dai ricordi, mentre veloce coloro tutto il quadro.
Il disegno è quasi finito. Manca solo il marrone.
Definisco i dettagli e ripenso al legno di pino dei banchi di scuola, sento l’odore di quelle emozioni, di quando finita l’estate si tornava a scuola, si conoscevano i nuovi compagni e si aveva timore per il nuovo anno di studi che cominciava. Marrone di mandorla amara, il dopobarba che metteva mio papà la domenica mattina per andare a messa. Marrone di caldarroste, che facevamo nella padella bucata e mangiavamo davanti al camino scoppiettante. Marrone che preannunciava l’arrivo dell’inverno con il suo odore di neve.
Mi allontano un po’ e osservo il dipinto. E’ molto bello.
Accarezzo il contorno dei capelli e dei vestiti, mi sembra di sentirli vicino a me. Respiro il loro profumo attraverso le tempere e sfioro con le labbra i loro visi.
Un ultimo bacio commosso poi finisco il caffè ormai freddo.
I miei genitori mi sorridono dalla tela e sembrano felici come quando eravamo ancora insieme.

Ci eravamo trasferiti da alcune settimane a casa dei miei suoceri per gravi problemi di salute di mio suocero ma avevamo bisogno di una sistemazione adeguata in zona. Uscii con…

Ci eravamo trasferiti da alcune settimane a casa dei miei suoceri per gravi problemi di salute di mio suocero ma avevamo bisogno di una sistemazione adeguata in zona. Uscii con un amico e andammo a prendere un caffè; parlando del più e del meno mi disse che un suo amico aveva una casa arredata da affittare. Il giorno dopo, io e la mia famiglia, eravamo già lì e potemmo affrontare meglio la difficile situazione.

Avevo deciso un’uscita con me stessa. Seduta al tavolino di un bar guardo incuriosita la gente passare frettolosamente mentre io mi godo la mia colazione. Il cellulare squilla una, due…

Avevo deciso un’uscita con me stessa. Seduta al tavolino di un bar guardo incuriosita la gente passare frettolosamente mentre io mi godo la mia colazione. Il cellulare squilla una, due volte; uno, due sms… un appuntamento dimenticato volutamente. Poca voglia di dialogare, ancor meno quella di sentire soliti discorsi. Due ragazzi seduti di fronte a me mi guardano di tanto in tanto, forse pensano che qualcuno mi abbia dato “buca”, non resisto e sorrido. Il cellulare squilla di nuovo, stavolta rispondo e mi scuso dicendomi a casa ammalata; i due comprendono e ridono a loro volta, uno si spinge ad alzare il pollice in segno di “perfetto”. Rido anche io: ora nei loro pensieri sono passata da vittima a carnefice. Finisco la mia consumazione, pago e mi alzo per andare via. Uno dei due ragazzi mi saluta e audacemente mi fa cenno di accomodarmi con loro per un caffè. “Non posso, sono a casa ammalata!” rispondo e scoppiamo tutti e tre a ridere.Poi ci ripenso,ma sì,non si può assolutamente rifiutare un caffè!Allora mi accomodo ed iniziamo a chiacchierare davanti alle nostre tazzine fumanti… Ed è grazie a quel caffè offerto simpaticamente che è nata una bellissima amicizia che oggi dura da oltre 20 anni!

Di fronte a quel caffè, una vacanza che… Sì, quella mia strana vacanza con sconosciuti era da poco iniziata, lontana da casa e piena di aspettative, perché una delle mie…

Di fronte a quel caffè, una vacanza che…
Sì, quella mia strana vacanza con sconosciuti era da poco iniziata, lontana da casa e piena di aspettative, perché una delle mie più grandi passioni è sempre stato il viaggio, soprattutto in posti mai visti. Quella volta, tutto era cominciato quasi per gioco. Mio figlio e i compagni della squadra di calcio in cui giocava sarebbero andati una decina di giorni a Goteborg, in Svezia, per un campionato di calcio tra giovani provenienti da tutto il mondo. L’opportunità era interessante, così cominciai a chiedere agli altri genitori se avessero intenzione di raggiungere i ragazzi. Finalmente qualcuno mostrò il mio stesso interesse e dopo qualche giorno capimmo che saremmo stati in cinque, compresa me, visto che mio marito non sarebbe venuto. Il volo ed il bed and breakfast erano stati prenotati, e non essendo mai stata nei paesi nordici, non vedevo l’ora di partire.
Una splendida slitta di Babbo Natale ci accolse davanti all’albergo, che si trovava nella campagna nei pressi di Goteborg: non c’era dubbio, eravamo in un altro mondo, ed io ne ero affascinata. Dopo aver sistemato le valigie nelle camere scendemmo nel soggiorno e chiedemmo alla proprietaria, una gentilissima signora con profondi occhi blu, del caffè. Avevamo da poco iniziato a parlare, quando lei arrivò con quella enorme caraffa di vetro piena di caffè profumato e fumante. Quel caffè ci scaldò i cuori e fu lì che, da praticamente sconosciuti, iniziammo a conoscerci. La vacanza fu breve, solo 5 giorni, ma intensa e ricca di esperienze e di momenti magici, come quello del caffè, e sono certa che nessuno di noi dimenticherà mai quella vacanza in Svezia.