Avevo deciso un’uscita con me stessa. Seduta al tavolino di un bar guardo incuriosita la gente passare frettolosamente mentre io mi godo la mia colazione. Il cellulare squilla una, due volte; uno, due sms… un appuntamento dimenticato volutamente. Poca voglia di dialogare, ancor meno quella di sentire soliti discorsi. Due ragazzi seduti di fronte a me mi guardano di tanto in tanto, forse pensano che qualcuno mi abbia dato “buca”, non resisto e sorrido. Il cellulare squilla di nuovo, stavolta rispondo e mi scuso dicendomi a casa ammalata; i due comprendono e ridono a loro volta, uno si spinge ad alzare il pollice in segno di “perfetto”. Rido anche io: ora nei loro pensieri sono passata da vittima a carnefice. Finisco la mia consumazione, pago e mi alzo per andare via. Uno dei due ragazzi mi saluta e audacemente mi fa cenno di accomodarmi con loro per un caffè. “Non posso, sono a casa ammalata!” rispondo e scoppiamo tutti e tre a ridere.Poi ci ripenso,ma sì,non si può assolutamente rifiutare un caffè!Allora mi accomodo ed iniziamo a chiacchierare davanti alle nostre tazzine fumanti… Ed è grazie a quel caffè offerto simpaticamente che è nata una bellissima amicizia che oggi dura da oltre 20 anni!